Nel corso della moviola di Pressing, Graziano Cesari ha analizzato l’episodio più discusso di Verona–Inter, ovvero il fallo di Bisseck su Giovane. L’ex arbitro ha spiegato perché la decisione di Daniele Doveri di ammonire il difensore nerazzurro — invece di espellerlo — sia da considerare corretta:
“Sucic sbaglia il retropassaggio, Giovane si inserisce e cade dopo il contatto con Bisseck. Fin da subito Doveri pensa al cartellino giallo, non accenna mai al rosso. A quel punto Bisseck gli fa notare che nelle vicinanze, vicino alle panchine, c’era Sucic pronto a intervenire. E l’arbitro conferma la propria scelta: solo ammonizione”, spiega Cesari.
Secondo l’ex direttore di gara, la reazione dei giocatori dell’Hellas è comprensibile, ma l’azione non soddisfa i criteri per la chiara occasione da gol:
“Certo, i veronesi protestano, ma la traiettoria del pallone è esterna e Sucic poteva ancora intervenire. Perché si configuri una chiara opportunità da rete devono esserci quattro condizioni: controllo del pallone, distanza dalla porta, assenza di difendenti in grado di recuperare e direzione della sfera verso lo specchio. Se anche solo una o due di queste mancano, si parla di infrazione depenalizzata, e il provvedimento corretto è il giallo. C’è il tocco sul piede e poi l’impatto con l’altro, ma non basta per definirlo un grave fallo di gioco. Il cartellino arancione non esiste, quindi l’ammonizione resta la sanzione più adeguata”.
Infine, un’osservazione anche su un episodio in area veronese, con protagonista Pio Esposito: “L’attaccante dell’Inter cade dopo un contatto, ma il difensore del Verona si limita ad appoggiarsi sulla spalla, senza mai trattenere la maglia. Non c’è nulla di paragonabile a una trattenuta evidente, come accaduto la settimana precedente. Nessun rigore, quindi”.