Dagli studi di Sky Sport, Walter Zenga ha offerto la sua lettura su alcuni degli spunti più significativi emersi dal match tra Juve e Inter, soffermandosi in particolare sulla prestazione dei portieri e sulle scelte tecniche delle due squadre:
“L’istinto porta spesso a puntare il dito contro il portiere quando si subiscono gol – ha esordito Zenga – ma bisognerebbe considerare la qualità delle conclusioni. Se osserviamo, soprattutto l’ultima rete, il tiro arriva da fuori area con il pallone praticamente ‘piatto’, senza rotazione. Questi tiri, proprio perché non girano, sono insidiosi e difficili da leggere. La palla ci mette un attimo ad arrivare in porta, e quando il tiro è potente e preciso, è più giusto parlare della bravura di chi conclude che di eventuali colpe del portiere”.
L’ex portiere della Nazionale ha poi allargato il discorso alle dinamiche di gestione di una squadra quando arriva un nuovo allenatore: “Quando subisci 5 gol in una finale di Champions, poi 4 in una partita come questa, e 2 contro l’Udinese… qualche riflessione va fatta. A mio avviso, quando si cambia tecnico, non si può proseguire sulla falsariga del predecessore. Cambiano le idee, le priorità, l’approccio. Serve una svolta. E questo vale per tutti”.
Zenga ha anche toccato il tema della riconoscenza nei confronti di quei giocatori che hanno contribuito ai successi passati: “Spesso capita che un allenatore resti legato ai giocatori che lo hanno aiutato a raggiungere certi traguardi. È comprensibile, ma se vuoi davvero aprire un nuovo ciclo, serve il coraggio di fare scelte diverse, anche dolorose. Se la Juve riesce a portare a casa la vittoria inserendo Adzic negli ultimi dieci minuti, allora mi chiedo perché Pio Esposito sia tornato all’Inter senza avere un vero spazio”.